La lavanda


soleggiato

esigua

da -6 °C a -15 °C

da 30 a 100 cm, in base alla varietà

VI-VIII
Esposizione e suolo
La lavanda ama il sole e necessita di poca acqua, mentre i ristagni d’acqua sono assolutamente da evitare. Predilige i suoli poveri, sabbiosi con valori di pH da basici a neutrali. Una concimazione a primavera è sufficiente per l’intero anno. La lavanda officinale resiste anche a temperature rigide, fino a -15 °C. Anche nelle regioni settentrionali può svernare all’esterno, fin tanto che riesce a procurarsi l’acqua dal terreno. Altrimenti incorre nel pericolo di disseccamento dovuto al gelo; il problema, infatti, non è quello di potersi gelare bensì di disidratarsi. Le altre specie sono un po’ più delicate: la lavanda latifolia sopporta temperature attorno ai -9,5 °C, la lavanda selvatica fino a -6,5 °C circa. Nelle zone con inverni più rigidi è quindi necessario provvedere a una protezione e a vernare le specie più delicate all’interno, in luogo fresco e luminoso.
Cure colturali
La lavanda è una pianta perenne. Dopo la fioritura si pota e si ricompatta la forma, facendo attenzione a non recidere il legno vecchio perché altrimenti in quel punto non germoglierà più. In primavera, dopo le ultime gelate, si procede alla potatura vera e propria: con questo taglio si può ridurre la pianta fino a due terzi. In questo modo si eliminano le parti lignificate e secche dell’anno precedente. Il taglio va effettuato nelle giornate asciutte per evitare l’insorgere di infezioni fungine. È importante, inoltre, disinfettare spesso le forbici da giardino per impedire la trasmissione da una pianta all’altra. Il parassita che arreca più danni è il coleottero Chrysolina americana, in grado di divorare tutte le gemme fiorali in poco tempo. L’infestazione, però, si può combattere trattando la pianta con estratto di aglio. Per quanto concerne le malattie fungine si deve fare attenzione soprattutto al marciume radicale. In questo caso si fortifica preventivamente la pianta con dei ricostituenti. La tecnica più appropriata per la moltiplicazione della lavanda è per talea. In primavera o in estate si prelevano giovani rametti erbacei di 5-10 centimetri con almeno due o tre coppie di foglie.
Impiego
Tutta la pianta di lavanda e in particolare i fiori sono ricchi di oli essenziali. In base alla specie e alla varietà, da 120 chilogrammi di fiori freschi si ottiene per distillazione all’incirca 1 chilogrammo di olio essenziale di lavanda. Si tratta dell’olio essenziale più importante nell’aromaterapia; ha effetti rilassanti ma anche stimolanti, è un buon rimedio contro lievi ustioni e ha un’azione antibatterica, antivirale e antinfiammatoria. I fiori di lavanda si possono essiccare e utilizzare per realizzare magnifici cuscini profumati, mazzi odorosi e anche per dare un tocco raffinato a dolci ricette: nei biscotti sprigionano tutto il loro aroma (vedi i consigli per l’utilizzo). Le foglie dei rametti giovani si utilizzano in cucina come si fa con il rosmarino.